La Rotonda di via Besana fino al 15 maggio ospiterà una mostra dedicata al cantautore genovese. Per gli appassionati di Fabrizio De André è un appuntamento imperdibile. Io ci sono stato, vi racconto la mia esperienza.
Era domenica e pioveva.
Per l’esattezza era la prima domenica di apertura della mostra, il ché significava una lunga coda.
La location messa a disposizione dal Comune di Milano non poteva essere migliore: una chiesa sconsacrata per il cantore dell’amore sacro e l’amore profano.
Il costo del biglietto è di nove euro (i giornalisti entrano gratis). L’esibizione è dislocata lungo una pianta a croce, ed è divisa in cinque sezioni: una centrale e quattro mini-padiglioni laterali.
- Davanti a una bellissima immagine di Faber
Il settore centrale è allestito con la coreografia a “tarocchi” tipica di alcuni famosi concerti del cantautore e tre grandi schermi, sempre a forma di carte divinatorie, in cui vengono proiettate le immagini relative alle canzoni di sottofondo inondate per la stanza. A memoria ricordo di avere sentito Avventura a Durango, Il testamento di Tito, La Guerra di Piero, Geordie, Volta la carta, Il Gorilla, Sally, L’Ottico e Franziska.
Sempre in questo spazio sono presenti delle teche con alcuni cimeli: fotografie, lettere, testi manoscritti e libri annotati.
A mio modo di vedere, l’attrazione principale del settore (e della mostra), è il pianoforte di De André. Uno strumento nobile e ingiallito che ormai non funziona più molto bene (siccome non c’erano cartelli di divieto ho provato a suonare qualche tasto, devo dire quasi spinto da una pulsione feticista).

Tre dei quattro padiglioni mostrano vinili, cartelloni informativi biografici, fotografie rare, e offrono la possibilità di proiettare interviste, video e canzoni con un sistema “self-service” fatto di lastre multimediali intercambiabili. Il padiglione vicino all’entrata è invece interamente dedicato alla proiezione di un film documentario, a cui non ho potuto assistere in quanta la stanza era gremita in ogni ordine di posto.
A completamento della mostra, l’immancabile negozio dove è possibile acquistare libri, spartiti, cd, dvd e gadget. Per l’occasione, ho comperato Faber, un film documentario + libro realizzato da Bruno Bigoni e Romano Giuffrida, che consiglio a chi ha letto almeno una biografia dell’artista (ad esempio, Non per un dio ma nemmeno per gioco di Luigi Viva).
L’esposizione non è grandissima, e probabilmente il costo del biglietto, in proporzione, è un po’ troppo elevato. Tuttavia, se avete la fortuna di andarvi quando c’è poca gente, ne rimarrete soddisfatti.
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